Scopri il racconto del mio trekking di tre giorni attorno al Gran Sasso, la famosa montagna italiana che costituisce il punto più alto degli Appennini, in Abruzzo. Paesaggi molto selvaggi e grandi distese erbose e ventose sono ovunque! Uno dei momenti più memorabili del trekking, secondo me, è la vista su Campo Imperatore, questo immenso alpeggio sospeso a 1.700 metri di altitudine: un paesaggio così unico che non si dimentica mai.
Abbiamo seguito il nostro itinerario, passando a volte su sentieri mal segnalati. Il file gpx può essere piuttosto impreciso perché viene disegnato manualmente (non acquisito sul campo). Sia l'inizio che la fine del trekking sono raggiungibili in autobus da L'Aquila. Abbiamo fatto il trekking all'inizio di giugno, ed era in realtà un po' presto per la stagione: c'erano ancora molti nevai e non siamo riusciti a raggiungere la cima del Gran Sasso a causa della neve. Detto questo, le cime innevate sono perfette per scattare fotografie spettacolari.
Come di consueto abbiamo scelto la tenda per affrontare con la massima flessibilità questo trekking sul Gran Sasso. Il bivacco (una notte in tenda) è tollerato nella maggior parte delle zone montane d'Italia, purché ci si trovi sufficientemente lontani dalla civiltà. E dormire nei pascoli fioriti d'alta quota dell'Abruzzo è un incanto!
Trek del Gran Sasso, Giorno 1: Da Arischia all'altipiano
+ 1750 metri / – 450 metri 19 km
Lasciamo il paese di Arischia freschi e carichi, dopo una partenza presto la mattina con il Flixbus da Roma. Mentre passiamo davanti alle case, chiacchieriamo un po' con la gente del posto. Possiamo vedere che l'escursionismo non fa parte delle usanze locali: "Dove vai con queste grandi borse?" “Verso il Gran Sasso!” "Verso il Gran Sasso? Ma prendi la strada!"

Saliamo rapidamente dietro il villaggio, lungo un largo sentiero. La vista si fa più aperta, si vedono le cime vicine, in lontananza la Majella e i monti Sibillini. È giugno ma soffia un vento fresco, in alta quota non fa così caldo. Una sorgente lungo un torrente (chiamata Nocicchia sulla mappa) ci fornisce un primo rifornimento d'acqua.
Arriviamo ad un primo altopiano erboso che attraversiamo. Il sentiero non è ben segnalato e in genere preferiamo seguirlo attraverso i campi; la direzione non è complicata da seguire. Una volta attraversata la strada, bisogna affrontare un'altra ripida salita. Al passo ci attende una mandria di cavalli allo stato brado.


Il paesaggio è ancora erboso, ma abbiamo la sensazione di iniziare ad arrivare in una zona di alta montagna. Le cime vicine sono impressionante, possiamo vedere la prima neve. Proseguiamo su un sentiero molto panoramico lungo il crinale.
Arriviamo finalmente al Pizzo di Camarda, il punto più alto della giornata. Davanti a noi vediamo il Gran Sasso tutto bianco, è magnifico. Non mi aspettavo un paesaggio così alpino sugli Appennini!


Scendiamo infine dalla Sella delle Malecoste attraverso un piccolo e ripido sentiero ghiaioso. In basso c'è un posto ideale per piantare la tenda: qualche quadrato d'erba tra pietre e nevai. Sensazioni di alta montagna garantite!
Giorno 2: Pizzo d'Intermesoli
+ 1600 metri / – 1700 metri 16 km
Al mattino soffiava vento, impedendoci di dormire perché la tenda si muoveva a scatti. Partiamo quindi di buon'ora, passando per la Sella Falasca. Un camoscio ci spia da lontano durante la discesa. Facciamo una piccola deviazione sulla via del ritorno verso la sorgente di Venacquaro, perché siamo all'asciutto. Alla nostra destra, il versante settentrionale della montagna è ancora ben innevato.


Si risale poi per raggiungere la Sella Dei Grilli. Da qui, poiché ormai è chiaro che non potremo raggiungere la vetta del Gran Sasso a causa della neve, decidiamo di ripiegare su un'altra cima vicina: la cima Intermezzoli. Il sentiero è mal segnalato e in alcuni punti è un po' ripido, soprattutto sui ghiaioni. Ma non presenta grandi difficoltà.
Dalla cima, la vista sul Gran Sasso è mozzafiato. Sfortunatamente questo attira le nuvole, quindi non lo vediamo bene come al mattino. Scendiamo di nuovo lungo il ghiaione e ci concediamo un meritato picnic alla sella.




Passiamo un'altra valle, questa volta ai piedi del Gran Sasso. La sensazione di solitudine e di alta montagna è ancora intensa come sempre, non c'è quasi nessuno. Per raggiungere il passo della Portella bisogna attraversare un ampio nevaio, fortunatamente poco ripido.
Si segue poi un superbo sentiero panoramico per arrivare al Rifugio Duca degli Abruzzi. Purtroppo il rifugio è chiuso e non abbiamo più acqua. Quindi dobbiamo scendere sulla strada per trovare una fontana.


Dopodiché ripartiamo nel tardo pomeriggio, con le gambe un po' stanche per tutto il dislivello percorso. Ci dirigiamo verso Monte Aquila, passando proprio ai piedi del Gran Sasso. La luce del tardo pomeriggio sulla montagna deserta è mozzafiato...
Dal Monte Aquila seguiamo il crinale. Un po' di neve all'inizio ci fa temere difficoltà perché la cresta è stretta, ma alla fine il sentiero scende rapidamente e la neve scompare. Man mano che avanziamo, un'altra parete verticale del Gran Sasso ci appare in tutto il suo splendore.


Finalmente arriviamo stanchi in un punto meno ripido dove ci attende un piccolo altipiano erboso frequentato da un camoscio poco timido. È il posto ideale per la nostra tenda, con una vista maestosa su tutto Campo Imperatore.
Giorno 3: Campo Imperatore
+ 650 metri / – 1550 metri 18 km
Partiamo sotto uno splendido sole per attraversare il famoso Campo Imperatore. Il sentiero serpeggia attraverso la pianura fiorita, con la cima rocciosa del Gran Sasso sullo sfondo. Questa tappa pianeggiante è l'occasione per riposare le gambe dopo il dislivello del giorno precedente.


Ma poi riprendiamo rapidamente quota, costeggiando le colline che dominano Campo Imperatore. Ancora una volta è molto panoramico e senza difficoltà.
Alla fine, a malincuore, scendiamo dalle nostre alture, lasciandoci alle spalle questi paesaggi sublimi. Il sentiero scende lungo un piccolo ruscello e man mano che scendiamo, il calore aumenta. Arriviamo finalmente alla strada e poi a Fonte Cerreto, dove ci aspetta un pulman per tornare direttamente a L'Aquila. Quanti ricordi meravigliosi ho in mente!

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